Il Consiglio dei ministri ha recentemente approvato un regolamento da adottarsi con decreto del Presidente della Repubblica che modifica il funzionamento del registro delle opposizioni, quel registro pubblico che consente l’opposizione all’utilizzo per finalità pubblicitarie di numeri di telefono e indirizzi postali.
Il nuovo decreto, che ha ricevuto il parere favorevole del Garante per la protezione dei dati personali, sostituirà il d.p.r. 178/2010 e intende adattare la disciplina regolamentare del registro al mutato assetto legislativo. La riforma, infatti, darà attuazione al quadro delineato dal legislatore nella l. 5/2018, di recente novellata dal d.l. 139/2021, il c.d. Decreto Capienze.
Tra le principali novità, la facoltà per gli interessati di opporsi alle chiamate effettuate con l’uso di sistemi automatizzati, ossia senza l’intervento di un operatore umano, introdotta nella fonte di rango primario proprio dal Decreto Capienze. Ad avviso del Garante, “le soluzioni normative proposte dall’odierno schema consentono di offrire – nel rispetto della normativa di rango primario – una tutela adeguata nei confronti di un fenomeno di sempre maggiore frequenza, quale l’effettuazione di chiamate automatizzate, in una fase anche solo preliminare del contatto telefonico, secondo una prassi elusiva della disciplina vigente. Pertanto, l’attribuzione – previa modifica legislativa – all’iscrizione nel registro, dell’efficacia revocatoria dei consensi precedenti anche rispetto alle chiamate automatizzate, non può che risultare apprezzabile”.
Inoltre, il regolamento estende l’ambito di applicazione del registro a tutti i numeri di cellulare, comprendendo così tutte le utenze nazionali mobili e fisse, anche quelle non riportate negli elenchi telefonici, cartacei o elettronici che siano, in linea con quanto disposto dal legislatore nel 2018.
In attesa che il decreto venga pubblicato in Gazzetta Ufficiale, non si può fare a meno di riflettere sull’importanza di una corretta gestione delle attività di telemarketing sotto il profilo della protezione dei dati personali. È sufficiente guardare alle sanzioni recentemente irrogate dal Garante privacy, tra cui quella di oltre 26 milioni e 500 mila euro inflitta ad un importante operatore del settore energetico proprio per il trattamento illecito di dati personali a fini di telemarketing, compreso il trattamento realizzato mediante telefonate promozionali verso utenze iscritte al registro delle opposizioni.