Lo scorso 11 ottobre, la Prof.ssa Avv. Giusella Finocchiaro ha preso parte all’evento “IA generativa: l’era del prompt”, organizzato dall’Osservatorio TuttiMedia, a Milano, presso UPA.

Il dibattito, moderato da Maria Pia Rossignaud, Vicepresidente dell’Osservatorio TuttiMedia e Direttrice di Media Duemila, ha visto l’intervento di illustri relatori ed aveva ad oggetto la c.d. “promptologia”, ossia, come ha spiegato Matteo Ciastellardi, Docente Polimi, “la nuova abilità ingegneristica di ideare domande per spingere l’intelligenza artificiale a fornire risposte appropriate che richiede anche la comprensione del linguaggio e dell’espressione”.

“Nell’era del prompt saper fare le domande diviene una competenza determinante” ha affermato Derrick de Kerckhove, Direttore scientifico Osservatorio TuttiMedia/Media Duemila, Docente Polimi e già Direttore del McLuhan Program di Toronto. “Ricordo la metafora di McLuhan sull’uomo del XXI secolo che corre in strada urlando: <Ho tutte le risposte: quali sono le domande?>. Il prompt engineering emerge come la competenza essenziale in questo momento storico della trasformazione digitale”.

Ha osservato, invece, la Professoressa Finocchiaro:

“Si sente spesso parlare dell’esigenza di nuove regole che disciplinino l’intelligenza artificiale e nuove regole certamente arriveranno: sia in Europa che negli Stati Uniti e in Cina si stanno discutendo regolazioni in materia di intelligenza artificiale. Si auspica che queste normative saranno tali da consentire lo sviluppo tecnologico, senza imbrigliarlo. In Europa, è prossima l’approvazione del Regolamento c.d. ‘AI Act’, che rappresenta una cornice per l’accesso dei prodotti di intelligenza artificiale sul mercato europeo e non pretende, né forse potrebbe pretendere, di dirimere tutte le questioni giuridiche che l’IA fa sorgere. I giuristi dovranno ricorrere all’attività interpretativa, verificando se le norme esistenti siano idonee ad affrontare le sfide poste dall’IA. In molti casi, è già accaduto. Tanto a Singapore, quanto negli Stati Uniti, i giudici hanno già applicato le regole vigenti per decidere casi giudiziari che coinvolgevano l’IA. Del resto, il compito del giurista è proprio quello di interpretare le norme esistenti e, lì, provare a rintracciare gli strumenti per decifrare il presente”.

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