In un nuovo contributo per la rivista Formiche il Prof. Avv. Oreste Pollicino affronta la questione del riconoscimento costituzionale del diritto all’accesso a Internet. Intitolato “L’accesso alla Rete diventi un vero diritto”, il contributo si inserisce nel numero della rivista dedicato al tema “La rivincita delle democrazie. Contro il resistibile fascino delle autocrazie”.

Gli investimenti previsti nel Pnrr, avverte il Professore, non sono sufficienti per poter effettivamente pensare di essere competitivi nella nuova stagione europea (e globale) post-pandemica, se non ci si impegna in uno sforzo di elaborazione e concettualizzazione del diritto a un accesso a Internet quale esplicito diritto di prestazione di tenore costituzionale.

La codificazione di rango costituzionale, scrive il Professore, porrebbe al riparo la relativa garanzia dalle possibili fluttuazioni derivanti dall’alternarsi di maggioranze politiche diverse e consentirebbe di aggiungere una dimensione di socialità ai vincoli previsti in materia di servizio universale dal diritto dell’Unione europea. Il riferimento è, in particolare, alla formulazione prevista nel disegno di legge costituzionale 1561, che sembra riprendere quella racchiusa nell’articolo 2 della Dichiarazione dei diritti in Internet.

Delineate alcune soluzioni per la questione sospesa della giustiziabilità, il Professore rileva infine come “il campo di gioco in cui bisogna orientarsi sia in realtà duplice. Il primo è un campo di carattere infrastrutturale e tecnico. Occorre garantire la disponibilità di banda larga o ultra-larga. (…) Il secondo versante riguarda la necessità di agire sull’analfabetismo informatico e digitale”.

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