In data 7 luglio 2022, l’Autorità Garante per la Protezione dei Dati Personali ha reso un parere favorevole (il n. 241/2022) su richiesta del Ministero dell’economia e delle finanze, in merito alla proposta di modifica del d.lgs. 231 del 2007 in materia di prevenzione dell’utilizzo del sistema finanziario a scopo di riciclaggio dei proventi di attività criminose e di finanziamento del terrorismo, volto all’istituzione di una banca dati centralizzata, presso gli organismi di autoregolamentazione.

Ebbene, l’oggetto della richiesta del Ministero concerneva il Capo II, Sezione III, Titolo II del menzionato decreto, ove all’art. 34-bis, rubricato “Banche dati informatiche presso gli organismi di autoregolamentazione”, si tratteggiava l’ipotesi di poter disporre l’istituzione di archivi che avrebbero conservato atti utili ai fini della valutazione del rischio di riciclaggio.

L’Autorità, dunque, una volta rammentate le tempistiche decennali di conservazione, tutt’ora in vigore, degli atti in oggetto, ha specificato la limitazione di campo quanto meno relativa all’oggetto della modifica in discussione. Difatti, nel rispetto del principio di proporzionalità, l’Autorità ha accolto con favore la proposta limitatamente alla conservazione in banca dati, «non determinandosi un obbligo di conservazione diverso per contenuto né per termine».

Oltre ai chiarimenti concernenti le modalità di conservazione, è interessante osservare il riferimento che il Garante fa alla possibilità di impiegare sistemi automatizzati a supporto delle valutazioni dei professionisti degli organismi di autoregolamentazione che vorranno dotarsi di dette banche dati. Difatti, l’art. 34-bis comma 4 introduce la possibilità, previe le opportune cautele, di utilizzo di sistemi automatizzati a supporto delle valutazioni umane, per evitare errori, distorsioni o discriminazioni.

Quest’ultimo aspetto merita un’ulteriore riflessione non solo relativamente all’incompletezza della fonte che regolamenterebbe una tale modalità d’analisi, ma anche con riferimento all’innovatività di una tale proposta. Con riguardo al primo aspetto, come ha anche rammentato l’Autorità Garante, l’eventuale ricorso di sistemi automatizzati che, logicamente, tratterebbero anche categorie particolari di dati personali quali, ad esempio, dati relativi a reati, ad alto contenuto profilativo, necessiterebbe di una solida base giuridica, almeno di normazione secondaria, ex artt. 9, 10 e 22 del Regolamento.

Inoltre, con riguardo al secondo aspetto, una detta esigenza si inserisce in un solco che istituti di credito e organismi internazionali stanno più o meno timidamente tracciando. Tale proposta non è assolutamente un caso isolato, in quanto negli ultimi anni sono nati nel globo diversi progetti c.d. “suptech”, ossia progetti supportati da istituiti finanziari e organismi di sorveglianza che prevedono il superamento dei modelli tradizionali di analisi delle transazioni, e l’utilizzo dei nuovi, che si basano sui dati. L’importanza di un miglioramento continuo delle modalità di monitoraggio delle transazioni finanziarie della clientela non è mai stata così cruciale come nell’era digitale. Difatti, come chiarito dall’EBA, l’Autorità Bancaria Europea, strumenti avanzati di analisi dei dati, quali algoritmi e intelligenza artificiale, possono rappresentare, se opportunamente sorveglianti, dei validi alleati nella lotta al riciclaggio. Dunque, la velocità, la quantità di dati che si riesce ad analizzare in poco tempo, l’efficienza nel risultato sono tutti elementi che debbono essere positivamente considerati nel paventare la possibilità di utilizzare sistemi automatizzati a supporto di banche dati centralizzate.

In conclusione, il parere positivo dell’Autorità Garante fa ben sperare per la digitalizzazione di un settore come quello finanziario, dove la quantità di informazioni è enorme, così come è forte la spinta all’innovazione. Il connubio di questi due elementi, qualora tutte le garanzie in materia di dati personali vengano rispettate, pare necessario per creare un sistema finanziario virtuoso ancor più orientato alla lotta contro il riciclaggio di denaro.