Il 6 ottobre 2021 il Parlamento europeo ha adottato una nuova risoluzione in materia di intelligenza artificiale. Questa volta il Parlamento comunitario affronta il tema delle applicazioni di intelligenza artificiale in ambito penale, rilevando come l’intelligenza artificiale possa essere utilizzata sia dalle autorità deputate alle attività di contrasto alla criminalità, consentendo, inter alia, “la ricerca in database di sospetti e l’identificazione delle vittime della tratta di esseri umani o di sfruttamento sessuale” nonché “il riconoscimento automatizzato delle targhe”, sia dal potere giudiziario che, “in diversi paesi in tutto il mondo”, la impiega “per esempio a sostegno delle decisioni sulla custodia cautelare, nell’irrogazione delle pene, nel calcolo delle probabilità di recidiva e nelle decisioni di sospensione condizionale”.

A fronte di questo quadro, pur essendo i menzionati impieghi dell’IA ancora poco diffusi nell’Unione – “al momento, nell’UE, salvo qualche Stato membro, il [suo] utilizzo è limitato prevalentemente all’ambito civile” si osserva nella risoluzione – il Parlamento europeo ha ritenuto necessario prendere posizione e, tra l’altro, ribadire “che il quadro giuridico dell’Unione in materia di protezione dei dati e della vita privata deve essere pienamente rispettato” e “che tutte le soluzioni di IA per le attività di contrasto e il settore giudiziario devono rispettare appieno i principi di dignità umana, non discriminazione, libertà di movimento, presunzione di innocenza e diritto di difesa, (…) libertà di espressione e informazione, libertà di riunione e associazione, uguaglianza dinanzi alla legge”.

Dalla risoluzione emerge chiara l’intenzione di gettare le basi affinché la disciplina europea dell’intelligenza artificiale si arricchisca di un nuovo tassello. Come è noto, tale disciplina attualmente costituisce un cantiere aperto, che consta, in primo luogo, della proposta di Regolamento presentata dalla Commissione europea il 21 aprile 2021, ma anche della risoluzione del Parlamento dell’ottobre 2020 avente ad oggetto specificatamente la questione del regime di responsabilità civile per i sistemi di intelligenza artificiale.