Nelle adunanze del 9 e del 16 novembre 2021, l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha adottato due interessanti provvedimenti nei confronti di Google Ireland Ltd. e di Apple Distribution International Ltd., comminando a ciascuna la sanzione massima prevista di 10 milioni di euro.
I provvedimenti risultano pubblicati come di consueto nel sito Internet dell’Autorità.
In particolare sono state contestate due violazioni del d.lgs. 206/2005 (c.d. Codice del Consumo), sia per carenze informative sia per pratiche aggressive legate all’acquisizione e all’utilizzo dei dati personali dei consumatori a fini commerciali.
Secondo l’Autorità, Google fonda la propria attività economica sull’offerta di un’ampia gamma di prodotti e di servizi connessi a Internet – che comprendono tecnologie per la pubblicità on line, strumenti di ricerca, cloud computing, software e hardware – basata anche sulla profilazione degli utenti ed effettuata grazie ai loro dati, mentre Apple raccoglierebbe, profilerebbe e utilizzerebbe a fini commerciali i dati degli utenti attraverso l’utilizzo dei suoi dispositivi e dei suoi servizi. Quindi, prosegue l’Autorità, pur senza procedere ad alcuna cessione di dati a terzi, Apple ne sfrutterebbe “direttamente il valore economico attraverso un’attività promozionale per aumentare la vendita dei propri prodotti e/o di quelli di terzi attraverso le proprie piattaforme commerciali App Store, iTunes Store e Apple Books”.
È interessante rilevare come l’Autorità abbia ritenuto esistente un rapporto di consumo tra gli utenti e le due società, anche in assenza di esborso monetario, in cui la controprestazione sarebbe rappresentata dai dati che gli utenti immettono utilizzando i servizi di Google e di Apple.
Secondo l’Antitrust, quindi, sia Google sia Apple non avrebbero fornito informazioni chiare e immediate sull’acquisizione e sull’uso dei dati personali degli utenti a fini commerciali.
L’Autorità avrebbe inoltre contestato che l’accettazione da parte dell’utente al trasferimento e/o all’utilizzo dei propri dati per fini commerciali sarebbe stata pre-impostata da Google, considerando tale pratica non corretta nei confronti dei consumatori.
Nel caso di Apple, invece, secondo l’Autorità l’attività promozionale sarebbe basata su una modalità di acquisizione del consenso all’uso dei dati degli utenti a fini commerciali senza prevedere per il consumatore la possibilità di scelta preventiva ed espressa dei consumatori sulla condivisione dei propri dati.
I citati provvedimenti dell’Antitrust sono di particolare interesse per il giurista, anche sotto il profilo della disciplina in materia di protezione dei dati personali, offrendo lo spunto per approfondire i punti di contatto e le eventuali interferenze tra il diritto alla protezione dei dati personali e la disciplina in materia di protezione del consumatore, anche al fine di evitare possibili duplicazioni sanzionatorie.
I provvedimenti sono disponibili ai seguenti link:
https://www.agcm.it/dotcmsdoc/allegati-news/PS11147%20chiusura_estratto.pdf;
https://www.agcm.it/dotcmsdoc/allegati-news/PS11150%20provv%20chiusura_estratto.pdf